Ermal Meta – Stelle Cadenti
Ermal Meta torna sulle scene con l’ennesimo pezzo azzeccato per far suonare le sue corde interiori e quelle di tutte le persone sensibili che seguono questo angelo.
Angelo, sì, così l’ho percepito quando ho potuto vederlo dal vivo, da vicino, e soprattutto ascoltarlo a fondo. Niente meno che un angelo.
Ritengo rari personaggi così, soprattutto quando si tratta di uomini che hanno raggiunto la fama. Ermal riesce a mantenere la sua pulizia interiore, il suo cuore pulsante e il suo candore, che sono cose ben diverse dall’ingenuità.
Figlio di un passato pesante (commovente il brano per suo padre, “Lettera a mio padre”, il suo debutto), solista dal 2013, cantante poliedrico in grado letteralmente di “cantare ogni parola” fin dentro il suo suono più profondo, ascende verso un pubblico sempre più ampio con la pubblicazione di 4 album (l’ultimo, “Tribù umana”, è di quest’anno) e il primo posto a Sanremo 2018 (meritatissimo, dopo tanti tentativi).
La madre di Ermal è violinista professionista, primo violino dell’orchestra di Fier, e lui è cresciuto ascoltando musica classica. Dai 16 anni, impara a suonare il piano e la chitarra e manifesta presto le sue doti di cantautore, prendendo parte a diverse band.
Con gli Ameba 4 aveva già partecipato a Sanremo nella sezione Giovani, anno 2006. Torna poi nel 2010 con la band La Fame Di Camilla.
Da subito portato per il contatto con il pubblico, Ermal non si limita a disegnare la sua meritata ascesa, ma scrive brani importanti per altri cantanti italiani (ad esempio per Emma, Renga, Patty Pravo, Mengoni, Le Vibrazioni ed altri).
“Non siamo mica stelle cadenti”, canta in questo brano recente. Concordo in pieno con lui, troppo spesso questa umanità si sta lasciando trattare da serie di numeri, formiche in un formicaio, stelle cadenti che possono anche spegnersi come parti insignificanti nel sistema-mondo.
Le persone hanno bisogno di ritrovare la loro umanità. L’arte e la musica ci guidano da sempre verso questa direzione, al di sopra di qualunque teoria. “Dimmi che mi vuoi bene finché il resto è ancora in piedi”.
Il resto ve lo racconterà lui. Noi non siamo stelle cadenti, ricordatelo. Non è più il tempo di stare in trincea e di poltrire. È il tempo di accendere il cuore. Grazie ad Ermal per il suo grande lavoro portato avanti fin qui, un lavoro che crea armonia ed unione.
Buon ascolto a tutti!
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Devo smettere di fumare, avrò smesso cento volte
E pure di guardarti, di guardarti così forte
Tu dici che mi fa male, ma non ti frega niente
E’ la verità, ah ah
Devo smettere di parlare che ho bevuto troppo
Ma siamo tutti un po’ ubriachi di qualcosa o di qualcuno
Ma sì, lasciamo stare
E’ un regalo che nessuno vuole la verità, ah ah ah
Dimmi che mi vuoi bene
Anche se non ci credi
Dimmi che mi vuoi bene
Finché il resto è ancora in piedi
Dimmi che vuoi partire
Prestami dei ricordi
Dimmi che mi vuoi bene
Sempre più di tutti gli altri
Non siamo mica stelle cadenti
Se potessimo iniziare la storia all’incontrario
Così verso la fine potersi vivere l’inizio
Non questo schifo di dolore
Che tu dici non è niente e che passerà, ah ah ah
Dimmi che mi vuoi bene
Anche se non ci credi
Dimmi che mi vuoi bene
Finché il resto è ancora in piedi
Dimmi che vuoi partire
Prestami dei ricordi
Dimmi che mi vuoi bene
Sempre più di tutti gli altri
Non siamo mica stelle cadenti
Ho voglia di cantare
Ho voglia di fare tardi
Se poi mi sento solo
Svegliare tutti quanti
Sentire te che ridi
Di me che parlo come fossi Dio
Ma sono solo io, solo io
Dimmi che mi vuoi bene
Anche se non mi vedi
Dimmi che mi vuoi bene
Finché il sole è ancora in piedi
E prima di partire
Prenditi i miei ricordi
Che io ti voglio bene
Sempre più di tutti gli altri
Non siamo mica stelle cadenti
Ma sì, lasciamo stare
Arrivederci
Sonia Serravalli – scrittrice trasformista
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